All’Albero verde
All’Alboro verde
(Giandolin?)

Ho compiuto un laborioso processo deduttivo per attribuire ai Chiandolini – Giandolin l’insegna dell’Albero verde, ricostruita completamente ispirandomi a coevi marchi di altre attività. Dopo aver constatato con sicurezza che sullo stemma familiare dei Giandolin campeggiava un albero, ho verificato tra gli appunti se fosse mai esistita un’insegna vetraria con un soggetto simile. Luigi Zecchin cita, in un suo capitolo dedicato alle insegne sul finire del XVI secolo, un “Ms. Francesco dall’Alboro”, fratello di un “Iseppo del quondam ms. Stefano dall’Alboro verde”, non segnalando il cognome di questi proprietari di fornace. Nel 1605 risulta iscritto nel Libro d’Oro un tal “Ser Chiandolini Battista quondam s. Francesco”. Azzardo l’ipotesi che il“quondam ser Francesco” sia quel Francesco dall’Alboro segnalato precedentemente. Da qui l’attribuzione d’insegna.

CRONOLOGIA

1554 - Risulta proprietario Ms. Stefano dall’Alboro (Chiandolini?).
1565 (feb.) - Menzionato Ms. Iseppo q. Ms. Stefano dall’Alboro Verde.
1565 (set.) / 1568 - Proprietario di fornace è un fratello di Iseppo: Ms.Francesco dall’Alboro q. ms. Stefano.



Al Sant'Andrea
Al San Andrea
(Piave)

Il segno Al Sant'Andrea è il simbolo che ispirò lo stemma della famiglia Piave. L'illustrazione si ispira ad altre insegne commerciali ed immagini coeve alla vetreria.

CRONOLOGIA

1674/1680 Michiel di Piave è il proprietario della vetreria Al Sant’Andrea.
1715 - Anzolo Piave (verier al S. Andrea) è eletto Gastaldo dell'Arte e partecipa, senza molta fortuna, alle estrazioni per partecipare all’annuale Fiera della Sensa.




All’Angelo
All’Anzolo

Stando ai documenti visionati, sembra plausibile, a partire dalla prima metà del XV secolo, la simultanea presenza a Murano di due fornaci aventi come insegna un Angelo. Le omonime fornaci erano gestite l’una dai Barovier, l’altra dai Mozetto. E’ probabile che, come in altri casi, gli Angeli in questione avessero due colori diversi e contraddistinguenti l’un dall’altro (Anzolo d’oro ed Anzolo d’arzento, ad esempio). Purtroppo, non ho trovato alcuna “specificazione cromatica” che possa sostanzialmente avvalorare questa teoria. L'illustrazione si ispira ad altre insegne commerciali ed immagini coeve alla vetreria.

CRONOLOGIA
della Fornace All'Angelo dei Barovier

1442 - Angelo di Iacobo Barovier apre vetreria propria (probabilmente avente già come insegna un Anzolo).
1450 (circa) - Sicuramente la vetreria d’Angelo Barovier è denominata all’Anzolo.
1460 - Muore Angelo Barovier. Marino Barovier qm. Anzolo viene citato come maestro di musaici e, probabilmente, è uno dei titolari della vetreria subentrati al padre.
1485 - Muore Marino.
1489/1493 - Giovanni Barovier, figlio di Angelo e fratello di Marino, è titolare della fornace all’Angelo che produce vetri decorati bianco - opachi.
1502 - Giovanni Barovier, probabile titolare fino a questa data, passa a miglior vita. Angelo di Alvise (a sua volta fratello di Zuan e figlio di Anzolo), detto Anzeletto si firma Anzolo Barovier dall’Anzolo.
1540 (26 ott.) - Anzeletto redige testamento e muore poco tempo dopo. Il figlio Alvise non continua nella gestione della vetreria: un Angelo accese il primo fuoco della omonima fornace ed un Angeletto pare averlo spento con la sua morte.
1574/1591 - Ma un altro Barrovier, Zuan Domenego quondam Piero, sembra riportare in auge l’antica fornace all’insegna dell’Anzolo. Molto probabilmente, Zuan Domenego gestisce la vetreria in società con il fratello il cui nome è, strano a dirsi, Angelo.
1600 (circa)-La fornace all’Angelo appartenente ai Barovier chiude ali e battenti nell prima metà del XVII secolo. Nel 1622 e nel 1633 viene ancora citato un Batta Barovier dall’Anzolo.



CRONOLOGIA
della Fornace All'Angelo dei Mocetto

1439 (28 mag.) - Antonio Mozetto “…ha adottato come insegna della sua bottega unum angellum…”. La vetreria del Mozetto è attiva perlomeno dal 1427.
1454 - Antonio Mozetto ha il permesso di scaricare legna per la propria vetreria, che suppongo essere sempre all’insegna dell’Anzolo.
1458 - Muore Antonio, probabilmente accompagnato in Paradiso per sempre dal proprio Angelo. Uno dei figli (Nicolò, anch’esso vetrario), gestisce già da alcuni anni una propria fornace che già ostenta, quasi di sicuro, una Corona come insegna.





All’Annunciazione della Beata Vergine
A la Nociatta
(Seguso, Miotti)

L'illustrazione si ispira ad altre insegne commerciali ed immagini coeve alla vetreria.

CRONOLOGIA

1574 - Viene citato, in un documento dei Capi del Consiglio di Dieci, un Zuanne Seguso a la Nociatta.
1581 - Joannes Segusus q. Vincenzo è “Vitrarius Muriani al segno dell’Annunziata”. Giovanni è affiancato, dal 1575 al 1577, da un socio: Sebastian Mioto de ser Antonio.
1588 - Uno dei figli di Giovanni Seguso, Vincenzo, affianca con i fratelli il padre nella gestione della vetreria, avente ancora, probabilmente, il segno dell’Annunciazione.
1613 - Alla morte di Giovanni, è un altro suo figlio, Alvise, a gestire la vetreria di famiglia, che si suppone essere sempre al segno dell’Annunziata.
1638 - Muore Alvise Seguso che cede così involontariamente il passo al figlio Giovanni.
1665 - Ultima menzione ufficiale dell’esistenza di una vetreria attiva appartenente a Zuanne Seguso il quale si spegne, come il fuoco della sua fornace, nel 1679.





Al Sant'Antonio
Al San Antonio
(Ferrari, Giandolin, Piave, Rioda, Zuffi)


L'illustrazione si ispira ad altre insegne commerciali ed immagini coeve alla vetreria.

CRONOLOGIA

1629/1660 - Antonio e fratelli Zuffi, Zuanne e Gasparo qm. Silvestro, sono “…verieri a Muran con segno de S. Antonio da Padova”. Con la loro fornace partecipano a diverse Fiere della Sensa.
1669/1673 - Gasparo Zuffo ditto Zuffetto ricopre il ruolo di padrone della vetreria, a quanto pare da solo.
1679 - Zuanne Rioda risulta Patron della vetreria Al San Antonio da Padova per un breve periodo, non so stabilire se come socio dei Zuffo o come unico proprietario.
1680/1696 - Antonio Zuffo (di Gaspare) è il titolare con i figli.
1780 - Giobatta Ferrari q. Antonio è “Paròn al S. Antonio da Padova”, probabilmente in società con altri soggetti titolari.
1788 - Alcuni soci ex proprietari, appartenenti alle famiglie Giandolin e Piave, devono far fronte al pagamento di una vecchia fornitura di soda acquistata dalla oramai fallita fornace al segno di S. Antonio.





All’Aquila (nera)
A l’Aquila (negra)
(dall'Aquila)

L'illustrazione si ispira ad altre insegne commerciali ed immagini coeve alla vetreria.

CRONOLOGIA

1468 - Titolare risulta essere Biasio d’Alvise da l’Aquila.
1507 - Nicolò de Biasio dall’Aquila è padrone di vetreria e Gastaldo dell’Arte.
1511 (17 feb.) - I fratelli Aloisius Blasii ab Aquila e Nicolaus Blasii ab Aquila sono citati come i titolari della vetreria.
1512 (set.) - Joannes Alojsii ab Aquila è il probabile nuovo padron della fornace.
1561 (dic.) - In una istanza risulta citato “Nicolò da l’Aquila Negra da Muran” che continuerà la sua attività di vetraio perlomeno fino al 1574.
1576/1591 - Vicenzo dall’Aquila de Ser Nicolò risulta essere il titolare della fornace.
1658 - Gerolemo e Nicoletto sono vetrai e “…fratelli dall’Acquila [sic]…”.





All’Aquila

A l’Aquila
(Mestre)

L'illustrazione si ispira ad altre insegne commerciali ed immagini coeve alla vetreria.

CRONOLOGIA

1760 - Antonio Mestre risulta Patron di una risorta vetreria all’Aquila di cui non è menzionato il colore del piumaggio.









Testo ed illustrazioni di Marco Toso Borella

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