Di seguito, si presenta la cronologia conosciuta dal 1275 al 1300 dei Patrizi veneziani e dei cittadini muranesi che ressero l'amministrazione dell'isola a nome e per conto di Venezia. Esistendo spesso diverse versioni di stemma per una medesima famiglia, nobile o cittadina, sono stati inseriti solo le armi "sicure", traendole da Oselle o documenti. In caso di mancanza di questi riscontri, quindi, lo stemma è lasciato "bianco". 
L'illustrazione a sinistra mostra due Podestà di epoche diverse: a sinistra un nobile rinascimentale (tratto da un acquerello di Grevembroch) a destra un Podestà muranese trecentesco ispirato a Donato Memo, che si fece ritrarre nel 1310 sull'Ancona di San Donato. Alle loro spalle, il Palazzo della Ragione, sede dei Podestà muranesi. (Pagina in aggiornamento continuo )
 
Cronologia I (1275-1300)
 
1275
Nicolò Contarini
1276
Pietro Contarini

1277
14-III

Pietro Mocenigo
     
1279
Giovanni Morosini
1280
Gerico Dauli
1281-1283
Sconosciuti
1284
Pietro Pisani
1285
Francesco Falier
1286-1287
Sconosciuti
1288
Marco Donà
1289
Sconosciuto
1290
Nicolò Marinoni
1291

Marco Zen

Sotto il suo mandato fu emanato il decreto del Maggior Consiglio che sancì ufficialmente l’unione esclusiva tra Murano e il vetro. Decreto che ha una data, l’8 novembre 1291, e una reminescenza “infernale”: Cerberus. Nel Libro dell’Avogaria di Comun denominato come il mostro dell’Averno, infatti, è contenuta l’ordinanza che intima di distruggere e trasferire tutte le fornaci vetrarie dal centro storico di Venezia a Murano, dove peraltro ne esistevano già molte. Ufficialmente, il motivo di questo “trapianto” era evitare che la città venisse attaccata da quegli incendi che già per due volte nei secoli precedenti avevano divorato proprio l’edificio simbolo di Venezia: il Palazzo Ducale. Successivamente, anche le fornaci della terraferma veneziana furono chiuse per essere eventualmente trasferite nella piccola isola lagunare. Perché venne scelta proprio Murano? Il decreto stabiliva che il sito destinato ad accogliere in privilegio l’arte vetraria doveva trovarsi nel distretto veneziano ma al di fuori del suo Episcopato. Quindi l’isola, situata a poca distanza da Venezia (per un certo periodo, come detto, Murano fu anche annessa al Sestier di Santa Croce) ma soggetta al vescovado di Torcello, corrispondeva pienamente ai requisiti richiesti. E così un’attività così preziosa per la Serenissima fu concentrata a Murano, circoscrivendo sensibilmente l’area da controllare per impedire che gli incendi - ma anche i segreti delle composizioni e le tecniche di lavorazione - si propagassero.

1292-1294
Sconosciuti
1295
Marco Venier
1296
Giovanni Soranzo
1297
Gabriel Marcello
1298
Sconosciuto
1299
Nicolò Zorzi
1300
Marco Trevisan


Testo ed illustrazioni di Marco Toso Borella
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