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Cronologia I (1275-1300) |
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1275 |
Nicolò Contarini |
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1276 |
Pietro Contarini |
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Pietro Mocenigo |
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1279 |
Giovanni Morosini |
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1280 |
Gerico Dauli |
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1281-1283 |
Sconosciuti |
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1284 |
Pietro Pisani |
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1285 |
Francesco Falier |
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1286-1287 |
Sconosciuti |
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1288 |
Marco Donà |
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1289 |
Sconosciuto |
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1290 |
Nicolò Marinoni |
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1291 |
Marco Zen
Sotto il suo mandato fu emanato il decreto del Maggior Consiglio che sancì ufficialmente l’unione esclusiva tra Murano e il vetro. Decreto che ha una data, l’8 novembre 1291, e una reminescenza “infernale”: Cerberus. Nel Libro dell’Avogaria di Comun denominato come il mostro dell’Averno, infatti, è contenuta l’ordinanza che intima di distruggere e trasferire tutte le fornaci vetrarie dal centro storico di Venezia a Murano, dove peraltro ne esistevano già molte. Ufficialmente, il motivo di questo “trapianto” era evitare che la città venisse attaccata da quegli incendi che già per due volte nei secoli precedenti avevano divorato proprio l’edificio simbolo di Venezia: il Palazzo Ducale. Successivamente, anche le fornaci della terraferma veneziana furono chiuse per essere eventualmente trasferite nella piccola isola lagunare. Perché venne scelta proprio Murano? Il decreto stabiliva che il sito destinato ad accogliere in privilegio l’arte vetraria doveva trovarsi nel distretto veneziano ma al di fuori del suo Episcopato. Quindi l’isola, situata a poca distanza da Venezia (per un certo periodo, come detto, Murano fu anche annessa al Sestier di Santa Croce) ma soggetta al vescovado di Torcello, corrispondeva pienamente ai requisiti richiesti. E così un’attività così preziosa per la Serenissima fu concentrata a Murano, circoscrivendo sensibilmente l’area da controllare per impedire che gli incendi - ma anche i segreti delle composizioni e le tecniche di lavorazione - si propagassero. |
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1292-1294 |
Sconosciuti |
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1295 |
Marco Venier |
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1296 |
Giovanni Soranzo |
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1297 |
Gabriel Marcello |
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1298 |
Sconosciuto |
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1299 |
Nicolò Zorzi |
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1300 |
Marco Trevisan |
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Testo ed illustrazioni di Marco Toso Borella
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